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“Non costruite un metro quadro di più!!!!”

Venerdi sera alle ore 21:00 si è tenuta presso l’auditorium del complesso di S. Francesco la conferenza organizzata dalla provincia di Lucca sul dissesto idrogeologico mediata dal geologo, giornalista e conduttore televisivo Mario Tozzi.

È stato proprio il Presidente della provincia, seguito dal Prefetto, ad aprire la serata dedicata alla sensibilizzazione dei cittadini sul tema, lasciando perplessa quella parte di pubblico che è a conoscenza della chiara posizione dello stesso Baccelli riguardo al piano selvaggio di cementificazione della Piana mediante la costruzione degli assi viari.

Lo stesso presidente della Provincia continua a stupire quando afferma che “La cura del territorio, assieme alla pianificazione urbanistica,  previene le ferite e costa meno”  e che, anzi, se fosse lui al governo costituirebbe un ministero per la cura del territorio.

È forte e decisa la posizione di Tozzi al riguardo: “ NON SI DEVE COSTRUIRE UN METRO QUADRO DI PIU” dal momento che già allo stato attuale la superficie italiana è la più costruita d’Europa e “non vi è raggio di 10km quadrati in cui non si trovi una casa”. Non ci stupisce l’applauso fragoroso e spontaneo del pubblico a queste parole.

Cosa c’entra, quindi, la cementificazione? Cosa c’entra questo aspetto con i dissesti idrogeologici?Risponde chiaramente il geologo, mostrando i video amatoriali dei disastri alluvionali del nostro paese: non è l’acqua ad essere nel posto sbagliato, sono le case; quelle costruzioni abusive e poi condonate che nella maggior parte dei casi non si tratta di abitazioni di necessità, bensì di seconde case. Sono i ponti costruiti male appoggiati sui letti dei fiumi che crollano. Ogni secondo che passa vengono colati 8mq di cemento e 150.000 ettari all’anno si stanno trasformando in strade, case etc.

La domanda retorica che si pone inevitabilmente Tozzi è chi abbia costruito tutto questo e soprattutto chi abbia dato il permesso di farlo. L’appello è quindi rivolto alle amministrazioni locali affinché si prendano le proprie responsabilità.

Il secondo aspetto centrale della serata è la sensibilizzazione di quella gran parte di cittadini che in caso di emergenza anzichè mettersi in salvo, agiscono in modo pericoloso : scendere le scale piuttosto che salire ai piani alti, affacciarsi agli argini per vedere il raro spettacolo della piena anzi che allontanarsi, mettersi in macchina che diventa un proiettile se raggiunto da un flusso d’acqua in piena.

Durante la serata Tozzi e gli atri ospiti tornano spesso sul problema culturale: “ si guardano i video e le immagini come se riguardassero mondi lontani, come se queste emergenze non dovessero mai toccarci”. In gergo si parla di “distanza dal rischio” che può essere risolta attraverso simulazioni nelle scuole, l’utilizzo di un linguaggio più semplice nello spiegare cause e fenomeni, dare informazioni più accessibili al grande pubblico. A proposito dell’autoprotezione che i cittadini possono mettere in atto si insiste sul fatto che questi devono essere soggetti attivi nel chiedere alle amministrazioni una maggior presenza e maggiore sensibilità nei confronti del proprio territorio senza aspettare che sia l’iniziativa istituzionale a occuparsene.

Ebbene, noi raccogliamo tutte queste informazioni, ne facciamo tesoro e rispondiamo all’appello degli esperti che hanno presenziato alla serata ricordando ancora una volta ai nostri amministratori, troppo “distanti dal rischio” appunto,  di riflettere sulle parole ascoltate durante la conferenza , di rendersi conto che gli ASSI VIARI sono, “un’opera costruita a tutti i costi”(cit.Tozzi) che comporta un livello di cementificazione letale per un territorio come il nostro, universalmente riconosciuto a RISCHIO.