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Baccelli e Marcucci preoccupati per….gli Assi Viari!

WhatsApp_Image_2018-03-05_at_15.15.10Lucca, 5 marzo 2018 – La tornata elettorale si è appena conclusa ed in casa PD non se la passano certo bene. Se il senatore Marcucci ha comunque ottenuto un seggio al Senato, meno felice è il candidato Baccelli che invece non è riuscito ad entrare in Parlamento.

Qual’è stato il rammarico più grande del “nostro” Baccelli? Di quale grande tema non potrà occupare la sua legislatura in Parlamento?

Lavoro? Famiglia? Disoccupazione? Sanità? Welfare?

No: gli Assi Viari.

Lasciamo al lettore ogni commento. Qui sotto l’articolo ed il link alla pagina:

“LUCCA – Non usano mezzi termini in casa Pd: è stata una sconfitta e basta. Lo dicono apertamente e non hanno timore di ammettere il risultato uscito dalle urne. Niente scuse. Niente giustificazioni. Ma la chiara visione di quello che è accaduto: «Siamo relegati in una posizione che non ci aspettavamo – dice il segretario territoriale di Lucca, Mario Puppa – ma non possiamo che accettare il risultato delle urne».

Puppa così come il segretario territoriale della Versilia, Riccardo Brocchini, rivendica la giustezza della scelta fatta per le candidature: «Sapevamo di essere di fronte a una competizione molto difficile, per questa ragione – spiegano i due segretari – avevamo deciso di puntare tutto sulla competenza e credibilità dei candidati che mettevamo in campo: Stefano Baccelli e Andrea Marcucci“.
Puppa va anche oltre: «Ci siamo imposti per far accettare i nostri candidati, tanto da far parlare di ‘modello Puppa-Brocchini’ – dice – perché nascevano da un percorso condiviso da tutto il territorio e rappresentano tuttora quella che riteniamo essere la migliore scelta possibile come candidati. Purtroppo, in questa tornata elettorale, ha prevalso la scelta nazionale e riteniamo si sia votato più che la persona, il simbolo del partito. Ha prevalso, insomma, una logica di partito e non chi era il rappresentante sul territorio di tale partito».

Stefano Baccelli – candidato alla Camera – è sulla stessa linea: «Quello che dovevamo fare era far comprendere che si votava dei candidati e non solo il partito che faceva dei proclami magari attraenti come il reddito di 1600 euro a chi non lavora o la pensione a 62 anni, ma non ci siamo, non ci sono riuscito. Ci abbiamo provato convintamente, ma non è bastato ad arginare questa marea che ha portato i Cinque Stelle ad essere il primo partito pur avendo un candidato invisibile».

La preoccupazione di Baccelli va ai due grandi progetti che, pur avendo avuto il finanziamento del Cipe, non sono ancora ‘cantierati’: gli assi viari e il ponte sul Serchio. «A Lucca – dice – si è votato per il partito che non vuole queste opere infrastrutturali cruciali per il futuro della nostra provincia. Quando, infatti, sono passati dal consiglio regionale, il pentastellato Giannarelli ha votato e verbalizzato che queste opere sono inutili. La mia preoccupazione è che ora si annulli il lavoro fatto e che ci ha portato alla vigilia dell’apertura dei cantieri, pertanto il mio impegno sarà a fianco degli amministratori locali per far sì che questo non accada». “

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Dal canto suo, Andrea Marcucci – eletto nel proporzionale al Senato, ma ‘battuto’ all’uninominale – sottolinea che gli elettori hanno sempre ragione e, quindi, l’esito merita rispetto: «Faccio il mio ‘in bocca al lupo’ a Mallegni e Zucconi – dice – sono stati bravi a mettersi in sintonia con l’elettorato e spero che porteranno al territorio risultati importanti come, nei cinque anni passati, abbiamo fatto Raffaella Mariani ed io».

Anche Marcucci esprime preoccupazione sul futuro dei grandi progetti infrastrutturali per la provincia di Lucca e, quindi, si dice convinto che il Partito Democratico adesso debba fare la minoranza, vigilando che la maggioranza mantenga quanto ha promesso in campagna elettorale. «Oggettivamente – afferma il senatore – il Paese non ha riconosciuto al Pd cinque anni di buon governo. E, così, il nord ha votato sulla paura degli immigrati e il sud sulla speranza dei 1600 euro al mese senza lavorare. In sostanza da una parte si è disegnato un presente drammatico che magari così drammatico non è e si è prefigurato un futuro fatto di speranze e sogni difficili da realizzare. Il nostro compito, da adesso in poi, sarà quello di verificare e giudicare le azioni di governo di chi ha vinto le elezioni».